Il Bambino e il cane di Chauvet

Intorno a 26.000 anni fa, nel sud della Francia, un ragazzino di 8 anni è all’interno di una grande grotta nera come la pece. Immediatamente accende una torcia, sapendo che difficilmente riuscirà ad adattare la propria vista a quelle tenebre; poi si incammina a piedi nudi nel bel mezzo di un bestiario che i suoi antenati hanno disegnato lungo le pareti di quella enorme cava. Egli osserva i giganteschi rinoceronti, i grandi buoi selvatici, i cavalli che sembrano galoppare fuori da quelle muraglie naturali e resta ammaliato dalla precisione e dalla realtà dei pittori, ma anche dai pericolosissimi orsi, leoni, leopardi e iene fameliche che sembrano voler uscire dalle pareti per azzannarlo. In realtà si tratta soltanto dei desideri di coraggiosi cacciatori che molto tempo prima di lui tentavano di favorire una buona caccia attraverso questi rituali pittorici. 

Il bambino è accompagnato da un mammifero che di fronte a tutti quegli animali giganteschi sembra una pulce. Si tratta di un cane che, nonostante i suoi 35 kg, sembra realmente molto piccolo. Ma il bambino non ha paura di proseguire lungo quella grotta, perché quel cane
primitivo è in grado di proteggerlo dagli orsi, dai leoni o dai lupi che eventualmente hanno deciso di entrare anch’essi in quel buio gigantesco buco in mezzo alla montagna...

Tratto da 'E il cane decise di incontrare l'uomo' ed. 2023

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